L'arte che amo. Aaron Douglas.

 



Ciao ragazzi!
Finalmente torniamo alla  rubrica "L'arte che amo"!
L'artista  che desidero farvi conoscere oggi è Aaron Douglas, pittore Afro-Americano esponente dell'Harlem Renaissance, movimento artistico culturale che influenzò l'artista che abbiamo conosciuto con il primo post della rubrica, Faith Ringgold.


Chi é Aaron Douglas.



Aaron Douglas è nato nel 1899 a Topeka, cittadina del Kansas (Stati Uniti) caratterizzata da  una comunità afro-americana politicamente attiva. Il padre era un fornaio e la madre una casalinga ed artista amatoriale. Aaron mostrò fin da bambino la passione per l'arte, nata grazie all'ammirazione per i dipiti ad acquerello della madre. Dopo le scuole superiori si trasferì a Detroit (in Michigan), dove oltre a svolgere vari lavori frequentò lezioni gratuite al Museo d'Arte di Detroit per poi iscriversi all'Università del Nebraska dove conseguì la laurea in Belle Arti nel 1922. Lavorò come cameriere fino al 1923 ed insegnò arti visuali alla Lincoln Hight School fino al 1925. Nello stesso anno pensò di sviluppare la propria arte a Parigi, così come facevano molti artisti in quel periodo. Durante il suo viaggio verso Parigi visitò la città di Harlem e venne a contatto con il movimento dell'Harlem Reinassance, i cui membri lo convinsero a fermarsi nella città. Studiò sotto l'ala dell'artista ritrattista tedesco F. Winold Reiss che lo convinse a lavorare sulla tematica Afro-centrica che avrebbe poi caratterizzato la carriera artistica di Douglas.
Lavorò anche come direttore artistico ed illustratore per varie riviste tra cui "The Crisis" (rivista ufficiale dell'Associazione Nazionale per l'Avanzamento delle Persone di Colore) ed "Opportunity" (rivista nata in associazione con l'Harlem Reinassance), ebbe pubblicazioni su riviste come Vanity Fair e Theatre Art Mothly. Realizzò illustrazioni per alcuni scrittori dell'Harlem Reinassance, lavorando non solo come illustratore ma come pensatore ed architetto dell'ideologia politica del movimento, diventandone il leader. Importante, anche se di breve durata, fu la rivista FIRE!!, di cui uscì soltanto un numero nel Dicembre del 1926


Copertina di un numero della rivista "The Crisis" illustrata da Aaron Douglas.


Copertina di FIRE!!! 1926, illustrata da Aaron Douglas

Nel 1927 gli venne commissionata dal Club Ebony la prima delle tante opere murali e negli anni successivi partecipò a varie mostre e commissioni, soprattutto murali, sia pubbliche che private.
Nel 1944 ricevette la laurea come Maestro d'Arte dal College per Insegnanti dell'Università della Columbia e si trasferì a Nashville dove fondò e presidenziò il dipartimento d'arte all'Università di Fisk negli stessi anni fu fondatore e direttore della Galleria di Belle Arti Carl Van Vechten, dove incluse opere di artisti sia neri che bianchi, incoraggiando i suoi studenti a studiare l'arte Afro-Americana e a capirne la necessità in una società con predominazione bianca.
Si ritirò dall'insegnamento nel 1966, morì all'età di 79 anni nel 1979.


L'arte di Aaron Douglas.

Durante la sua carriera Douglas ebbe due differenti stili:  come ritrattista  ebbe uno stile tradizionale e come illustratore e pittore murale adottò uno stile grafico ed astratto.
Incoraggiato dal suo maestro Winold Reiss, Douglas fu il primo ad utilizzare la tematica Africana ed Afro-Americana come centrale, lavorando sulla connessione tra le due popolazioni, connessione rappresentata dalla musica, la danza, l'immaginario e la poesia, focalizzando l'attenzione sul razzismo e la segragazione.

Aaron Douglas, Untitled (seated man with head resting), oil on canvas, c.1935

La sua arte è definita astratta e grafica, con influenze cubiste ed ispirazioni all'arte delle maschere africane con implementi del ritmo jazz nelle composizioni.
Le figure sono silhouettes lunghe e spigolose, senza volto, bidimensionali, simboliche e generali, così da generare un senso di unità tra Africani ed Afro-Americani. I colori usati sono inizialmente soprattutto il bianco e il nero per poi implementare una stretta scelta di tinte come i verdi, i marroni, il malva e il giallo.


Sahdji (Donne Tribali), 1925. Inchiostro e grafite su carta velina.


L'illustrazione "Sahdji" è stata una delle prime opere ispirate alla tematica Africana.
Douglas sperimentò con gli elementi dell'Art Deco, Art Noveau, Cubismo e stile Egizio, come si può vedere dalle silhouettes stilizzate messe in fila sullo sfondo.
 Dall'Art Noveau e Art Deco adottò le forme astratte e spigolose arrangiate in modo simmetrico e bilanciato, mentre lo spazio frammentato e la prospettiva con punto di fuga singolo rivelano l'influenza del Cubismo.
I corpi delle donne sono contorti e sinuosi, come se fossero intente in una danza  e tutta la composizione suggerisce un senso di ritmo. Questi saranno gli elementi chiave che Douglas svilupperà e userà nella sua  arte futura.
Attraverso tutta la carriera l'artista fu interessato alla rappresentazione delle donne di colore e questa illustrazione ne enfatizza le caratteristiche e la bellezza: labbra carnose, corpi sinuosi e profili Afro-Americani, in contrapposizione con l'idea generale che la donna bianca, con le labbra sottili ed il naso dritto, sia sinonimo di bellezza assoluta.



Harriet Tubman, 1931. Oil on Canvas


L'opera murale  "Harriet Tubman" venne commissionata dal College Femminile di Greensboro, North Carolina.
Al centro del dipinto viene enfatizzata la silhouette di Harriet Tubman, donna che liberò 400 schiavi attraverso il suo lavoro alla Underground Railroad. La protagonista, rappresentata come una paladina, tiene le braccia alzate  spezzando delle manette, il volto è girato a sinistra verso delle sagome di uomini e donne piegati sotto il peso della schiavitù ed incatenati. Sotto la figura di Harriet c'è un cannone con del fumo rivolto verso destra, cioè verso un gruppo di uomini, donne e bambini intenti a riposarsi, leggere e tenere in mano una zappa, alle loro spalle svettano delle moderne torri. Cerchi concentrici di colore diverso (altra firma stilistica di Douglas) centrano l'attenzione sul fumo del cannone mentre un fascio di luce si posa sulla figura di Harriet. L'artista ha lavorato con varie tonalità di verde e blu.
Possiamo leggere il dipinto come un'opera narrativa, che rappresenta passato, presente e futuro, partendo da sinistra verso destra.
Prima vediamo lo schiavismo e la prigionia, poi gli abolizionisti (rappresentati da Herriet Tubman), la guerra civile (il cannone) e l'emancipazione (le catene che si spezzano), infine gli uomini e donne liberi di lavorare per sé stessi, di pensare alla propria famiglia, di riposarsi, di istruirsi e di sviluppare la propria comunità in centri urbani (le torri). 


Il Nero nell'Ambiente Africano. (Dalla Serie Aspetti della Vita di un Negro), 1934. Oil on Canvas


Nel 1934 gli venne commissionata una serie di quattro murali per la Libreria Pubblica di New York. La serie era titolata Aspetti della Vita di un Nero (titolo originale Aspects of Nigro Life) e i quattro dipinti includevano Il Nero nell'Ambiente Africano, Un Idillio del Profondo Sud, Dallo Schiavismo Attraverso la Ricostruzione, e Canzone delle Torri. Le opere rappresentano differenti aspetti della cultura storica degli Afro-Americani, dalle radici africane, per passare all'era dello schiavismo, emancipazione, post-ricostruzione e la Grande Migrazione verso il Nord.

Il murale titolato Il Nero nell'Ambiente Africano rappresenta la vita pre-schiavismo in Africa come gioiosa e vibrante. Douglas dipinse un gruppo di uomini Africani durante una danza rituale. Il punto focale è dato dall'angolo formato dai corpi dei due uomini al centro e dal piccolo totem tribale.
I cerchi, le variazioni di trasparenza e la composizione rendono il dipinto dinamico. Come l'artista stesso disse a proposito di quest'opera "Il primo dei quattro pannelli rivela la vita dei neri nell'ambiente Africano ed anfatizza il forte ritmo della danza, della musica, della scultura che hanno influenzato il mondo moderno probabilmente più profondamente di ogni altra fase della vita africana. Il feticcio, il tamburo, i danzatori, nel linguaggio formale dello spazio e del colore, conferiscono l'euforia, l'estasi e la pulsazione ritmica della vita dell'antica Africa."
Questo dipinto fu oggetto di controversie, molti dei suoi contemporanei lo accusarono di fare retorica razzista e di stereotipare l'immagine delle persone di colore. I suoi difensori affermarono che le opere di Douglas non erano nate per la fruizione da parte di un pubblico bianco che guardava passivamente alla cultura Africana bensì per un pubblico Nero che era interessato all'Africa come parte della propria dignità, orgoglio ed auto-consapevolezza.

Un Idillio dal profondo Sud, 1934. Olio su tela.


Dallo Schiavismo Attraverso la Ricostruzione, 1934. Olio su tela.


Canzone delle torri, 1934. Olio su tela.


Spero che questo post vi sia piaciuto!
Ho trovato molto interessante e stimolante fare delle ricerche su questo grande artista dell'Harlem Reinassance e condividerle con voi. Amo il suo stile grafico ed immediato ed il suo uso dei colori. E' incredibile come attraverso l'arte si possano capire problematiche ancora oggi vive e bisognose di essere raccontate!
 
Cosa ne pensate? Vi piace l'arte di Aaron Douglas? Fatemi sapere!

A presto,
Sara

Fonti:



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