L'arte che amo. Faith Ringgold.

Suflower Quilting Bee at Arles, Faith Ringgold, 1991


Ciao ragazzi!
Oggi ho il piacere di iniziare la rubrica "L'arte che amo", dedicata agli artisti che mi piacciono e che desidero condividere con voi.
 Amo la storia dell'arte, durante il mio percorso scolastico ho studiato i movimenti  e gli artisti considerati più di rilievo in Italia ed Europa, quelli che si trovano sui libri di storia dell'arte, e non sempre in modo approfondito.
Ora la curiosità mi sta spingendo a conoscere meglio artisti già studiati e a scoprirne di nuovi, cucendo e completando, almeno in parte, il grande patchwork della storia dell'arte.

A proposito di cucito...l'artista con cui desidero inaugurare la rubrica è famosa per aver unito l'arte pura all'artigianalità della tecnica del quilting (tradotto dall'inglese, trapunta), affrontando con le sue opere tematiche sociali importati.

Sto parlando dell'artista afroamericana Faith Ringgold.

Visti i fatti accaduti ultimamente negli USA credo sia giusto iniziare la rubrica con un'artista che ha vissuto due forme di discriminazione in una società razzista e maschilista, che ha fatto dell'arte sia una forma di denuncia, sia un veicolo di  modelli positivi da seguire.
Anche alcuni dei prossimi posts saranno dedicati ad artisti afro americani. 



Chi é Faith Ringgold


Faith Ringgold. Photo source:  exploringyourmind.com

Faith Ringgold é nata come Faith Willi Jones nel l930 ad Harlem, quartiere di Manhattan, è una pittrice, scultrice, performer, scrittrice, insegnante e docente.
Da bambina non poté frequentare le scuole per problemi di asma e passò molto tempo a casa con la madre, stilista e sarta, che le insegnò a cucire e a usare la stoffa in modo fantasioso, e con suo padre, un narratore. 
Era il periodo della Grande Depressione e  dell'Harlem Reinaissance, il movimento artistico-culturale nato ad Harlem intorno gli anni '20, che vedeva gli Afroamericani protagonisti di una propria forma espressiva, celebrativa della cultura nera che era emersa dalla schiavitù e dai legami culturali con l'Africa.
L'atmosfera di fervore artistico permise alla giovane Faith di sviluppare un proprio senso artistico e a decidere del proprio futuro come artista.
Nel 1950 si iscrisse al City College di New York, ma venne rifiutata al corso di arte, perché alle donne era permesso frequentare soltanto alcuni percorsi di studio, quindi dovette optare per il corso in educazione artistica.
 Faith Ringgold ha ricevuto due lauree in arte visiva al City College  di New York, nel 1955 e nel 1959. E' professore emerito di arte all'Università della California a San Diego e ha ricevuto 23 dottorati honoris causa.


L'arte di Faith Ringgold


L'attivismo politico e femminista ha fatto parte della vita e dell'opera artistica della Ringgold, desiderosa di riscattarsi dai frequenti episodi di razzismo ed emarginazione sociale.  Durante gli anni '60 lavorò ai suoi primi dipinti a tema politico, la serie "La Gente Americana". Si tratta di 20 tele rappresentanti le divisione razziale e lacerazione sociale tra neri e bianchi.
Del dipinto Morte, del 1967, ha detto: "Una delle cose più difficili da dipingere nella mia vita è stato questo quadro, a cause del sangue"..."Se [i media] mostravano una fotografia o un'immagine di un qualsiasi tipo di scontro non mostravano mai il sangue...quindi ho voluto essere sicura di mettercelo, perché sapevo che sangue significa morte, e questo è ciò che succedeva negli scontri".
Nel dipinto, ispirato alla Guernica di Picasso, sono raffigurati uomini e donne bianchi e di colore, vestiti in modo professionale. Sono insanguinati ed hanno dei pugnali in mano. Al centro una bambina nera e un bambino bianco si abbracciano. Servono a ricordare che il pregiudizio  non è innato, ma si impara dalla società barbara degli adulti.


Faith Ringgold, Serie La Gente Americana #20,  Morte, 1967, 
olio su tela, 180x366cm


Nel 1970 partecipò all'organizzazione dell' "Esibizione della Bandiera della Gente" allo Judson Memorial Church del West Village di Manhattan, fatta per protestare contro le leggi che limitavano l'uso e l'esposizione della bandiera americana. La Ringgold e altri due artisti vennero arrestati per oltraggio alla bandiera e la mostra venne chiusa. I tre artisti vennero aiutati degli avvocati dell'Unione della Libertà Civile Americana e scarcerati
La Ringgold aveva lavorato con l'immagine della bandiera statunitense già con le serie La gente Americana e Luce Nera. Riguardo l'opera La Bandiera Sanguina (1967) disse che gli anni '60 erano stati duri e che quell'opera desiderava documentare quei momenti.


The People's Flag Show, 1970
Carta e pennarelli


Faith  Ringgold, Serie Gente Americana #18
 La Bandiera Sanguina, 1967. Olio su tela, 180x245cm


Con la serie Luce Nera la Ringgold abbandonò l'uso del bianco, sperimentando con varie nuances di nero e colori saturi.
Studiò la fisionomia delle maschere africane, giocando con le geometrie, il ritmo e la ripetizione.

Serie Luce Nera #1, Grande Nero, 1967.
Olio su tela, 77x107cm


Serie Luce Nera #4, mamma e papà, 1969
Olio su tela, 76x61


Nel 1972 l'artista visitò il museo d'arte Rijksumuseum ad Amsterdam e scoprì i thangkas, delicati dipinti su seta o cotone usati dai monaci tibetani per la meditazione ed iniziò a lavorare con questo genere di dipinti che poteva arrotolare e trasportare in giro per il mondo senza l'aiuto di suo marito. 
Iniziò anche a lavorare alle bambole di stoffa e ai grandi pupazzi imbottiti, con la collaborazione della madre. Alcuni di quei pezzi vennero  indossati dai suoi studenti in una performance del 1976 chiamata Risveglio e Resurrezione del Nero Bicentenario.



Feminist Series #18. Mr. Black Man
Attento a dove vai, acrilico su tela con bordi i tessuto
142x53cm

Dalle serie Famiglia di Donne: Bernice, 1974


Booker, scultura morbida,  1979
100x63x25 cm



Negli anni seguenti l'artista iniziò a lavorare alle opere trapuntate. La madre l'aiutò nell'assemblaggio
e trapuntatura del primo lavoro di questo tipo (dal titolo Echi di Harlem), nel 1980, un anno prima di morire. 
Nel 1983 la Ringgold iniziò ad inserire dei testi scritti a mano sulle trapunte, con delle storie a finale aperto. La prima "story quilt" fu Chi ha paura di zia Jemima?, nel 1983. Era versione radicale del personaggio Aunt Jemima, una schiava domestica illustrata sulle confezioni di alcune farine per pancakes e sciroppo d'acero che l'artista aveva invece immaginato come una smaliziata imprenditrice.

Echi di Harlem, 1980. Acrilico su tela, pezzi di tessuto tinti, dipinti 
ed assemblati. 244x215 cm


Chi ha paura di zia Jemima? 1983, acrilico su tela, 228x203

Negli anni '90 produsse la serie Donna su un Ponte, rappresentando donne che reclamano la propria titolarità e libertà librandosi al di sopra dei ponti delle città di New York e San Francisco, in cui la regolarità geometrica dei ponti rappresenta la rigidità della società patriarcale.
Le opere più famose di questa serie sono Spiaggia di Catrame I e II, in seguito trasformate dell'artista anche in un libro di successo per bambini.
In queste opere è rappresentata una tipica serata estiva  degli abitanti di Harlem che, soffocati dalla calura, si rifugiano sul tetto del proprio palazzo. Gli adulti giocano a carte, due bambini, fratello e sorella, si riposano e la protagonista, Cassie Louise Lightfoot, coraggiosa bambina di 8 anni, vola libera e felice sopra il ponte ed incoraggia il fratello a fare lo stesso. 


Tar Beach II, 1990, serigrafia su seta.
167x167cm


Dalla serie Donna su un ponte, Double Dutch sul Golden Gate Bridge, acrilico su tela con bordi in tessuto, 126x126


Dopo il suo viaggio in Europa Faith Ringgold si rese conto che le persone di colore erano state totalmente escluse dalla tradizione artistica europea e decise di lavorare su una serie di 12 quilts chiamata La Collezione Francese. Protagonista della serie è il suo alter-ego, Willia Marie Simone, una ragazza di 16 anni che scappa dai campi di cotone della Georgia e si trasferisce ad Harlem nei ruggenti anni '20. Willia miracolosamente finisce a Parigi, dove incontra figure di spicco come Gertrude Stein, James Baldwin, Langston Hughes, Nora Zeale Hurston, Matisse ed Hemingway.
L'opera Sunflower Quilting Bee at Arles (prima immagine del post) è un omaggio a otto donne afroamericane che coraggiosamente  presentano un quilt  con fiori vistosi per commemorare i loro successi. I personaggi rappresentati includono Madam C.J. Walker, Sojourner Truth, Ida Wells, Fannie Lou Hammer, Harriet Tubman, Rosa Parks, Mary McLoad Bethune and Ella Baker.
Van-Gogh è in piedi, con in mano un vaso di girasoli, come se li offrisse loro in dono.

In Studio di Picasso, Willia posa per il famoso dipinto Les Demoiselle D'Avignon, circondata dalle maschere africane che avevano ispirato il pittore.

Nei primi anni del 2000 lavorò alla Jazz Serie, dedicata agli spettacoli dei musicisti jazz che vide da bambina.

 Picasso's Studio, The French Collection Serie, 1991, acrilico su tela e ritagli di tessuto
185x172 cm


JazzStories: Mama Can Sing Papa can blow #1:
Someone Stoled My Broken Heart, 2004, acrilico su tela
 
Spero che questo articolo vi sia piaciuto!
Ho trovato molto interessante vedere come una tecnica artigianale che fonda le radici nelle origini della  cultura afroamericana, sia diventata, nelle mani di una grande artista come Faith Ringgold, un mezzo di espressione artistica, culturale e di protesta ed anche un modo per raccontare la propria vita e le proprie radici familiari.
Vorrei aggiungere tutte le immagini e le informazioni sulle sue opere che ho trovato durante la mia ricerca,  ma la produzione artistica della Ringgold è stata, ed è, così intensa che questo post diventerebbe un'opera enciclopedica!  Aggiungo alcune delle opere che mi hanno colpito e, alla fine del post, le fonti da cui ho preso immagini ed informazioni.

Seven Passages to a Flight, 1997. Acrilico su tela con ritagli di tessuto


The Lover's Trilogy #2: Sleeping, 1986
Acrilico su tela con ritagli di tessuto

Who's Bad?, 1988, acrilico su tela con ritagli di tessuto

Working Women, 1996, acrilico su tela con ritagli di tessuto

Fonte immagini: 
Altre fonti:

A presto,

Sara

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